Il gatto maggiore ricoverato per due giorni nell’ambulatorio della dottoressa dai capelli rossi, per malori diffusi e poco chiari. Lui che ha già perso sei delle sette vite facendosi investire, deve tenersi cara quest’ultima rimasta, ché non siamo mica in un videogioco.
La piccola che sfiora picchi di isteria e collera mai visti prima, e saranno i comandamenti, la bresaola al posto delle lasagne, il male di vivere incontrato ma in questi giorni è meglio girarle al largo.
Il messaggio in segreteria della scuola, che mi esorta a correre lì al più presto. “È per sua figlia, veloce, sta male” e quando tu arrivi trafelata con dieci anni di più e le sette vite del gatto ormai andate, trovi una mezzana con un leggero mal di pancia che sgranocchia un cracker e mediti di crocifiggere in sala mensa colui che ti ha fatta correre lì.
Il fidanzato in tour che nemmeno Jovanotti, le immagini che arrivano di stanze d’albergo colorate, teatri pieni, sorrisi felici.
La neve che mannaggia la miseria è romantica e filosofica solo se stai in baita a duemila metri, con una scorta di cioccolata e waffle.
Saranno anche i giorni della merla, ma io prendo un po’ di primavera, grazie.