Nell’aula di musica abbiamo ascoltato La Bamba e Paloma magistralmente interpretati da una decina di preadolescenti armati di flauto traverso, trombone, pianola e bonghi.
Abbiamo visitato l’aula di informatica anche se i ragazzi più che lo schermo ammiravano il panorama fuori dalla finestra.
In biblioteca una ragazzina ci ha spiegato come sviluppare la logica attraverso il gioco degli scacchi.
Un’altra ha raccontato il viandante in un mare di nebbia per il progetto di arte, con competenza, semplicità e le maniche della felpa tirate giù a coprire le mani, forse per l’emozione di tante paia di occhi addosso.
Ancora ci hanno raccontato che è meglio non fare il pomeriggio, la lingua da scegliere è decisamente il tedesco e sulla mensa meglio non esprimersi, ma questo lo sapevamo già.
In palestra le femmine giocavano a pallavolo e i maschi a Ping pong, per prepararsi al torneo di domani. Quando a scuola ci andavo io l’ora di ginnastica era solo tanti giri di corsa, arrampicate sul quadro svedese e drammatiche risalite sulla pertica.
Per tutto il tempo è caduta la neve.
La piccola e io abbiamo partecipato all’open day della scuola media, il primo per lei, il terzo per me.
È ufficiale: stiamo diventando grandi.