“Ho fatto una foto bellissima al gatto, cerco una cornice per mettercela”
“Prendiamo quella bambola, che dici?” “Gliela abbiamo regalata uguale l’anno scorso, mamma!”
“Embè? I bambini non si ricordano niente. E poi è in offerta”
“Bene, guarda un po’ qui quanti! Un pigiama per zio Alfredo, uno per zia Giannina, un altro per nonna Tonia”
“E a zia Serafina?”
“Le ciabatte col pelo, le piacciono le cose raffinate”
“Nella letterina di Babbo Natale Rebecca ha scritto: villa di Barbie, quella con lo scivolo e l’ascensore mica fatta di cartone; Barbie magia dell’oceano, Barbie principessa stellare, Barbie fata dei boschi, Barbie rockstar, Barbie col cavallo, Barbie dottoressa, Barbie e la magica collana. PS la Barbie vera, mica la Stefi che è un tarocco”
“Barbie si vende un rene per pagare i regali non c’è?”
“I super pigiamini. Deve essere tutto dei super pigiamini, chiaro? È dipendente dai super pigiamini. Ha la tazza, il pigiama, felpa e maglietta, lo zainetto, il copripiumino, i pennarelli. Io odio i super pigiamini”
“Ma che dici, prendiamo un cesto ad Aurelio e famiglia?”
“Sì ma niente cotechino, la moglie è vegana”
“E niente grana, la figlia è intollerante al lattosio”
“E che non ci siano arachidi o il figlio soffoca”
“Sai che c’è? Ad Aurelio scriviamo gli auguri su whatsapp”
La meraviglia di un giro tra gli scaffali del centro commerciale, a meno sette dal Natale.