Ehi tu, lassù, qualche aggiornamento.
Il primogenito è al secondo anno di Liceo, fa allenamento di pallacanestro tre volte a settimana, prende insulti durante gli arbitraggi ma il giorno di Natale sarà al palazzetto per una partita importante. Te l’immagini? Avrei voluto vederti sugli spalti, saresti stato orgogliosissimo di quel nipote col fischietto in mezzo ai tuoi giocatori preferiti.
Fa ancora magie con le carte e ascolta la musica trap, che non sto qui a spiegarti perché è un argomento complicato e non sempre piacevole.
È mutevole come la primavera ma al posto dei boccioli è pieno di spine. È un adolescente.
La mezzana è al giro di boa della terza media, naviga verso il primo serio bivio della sua vita con una inaspettata determinazione.
Osserva le persone e ne intuisce i sentimenti, sembra distratta e maldestra ma coglie il punto e ricuce strappi.
Mi somiglia tanto, ed è tanto più bella di me.
Mi incanta la tenerezza con cui si prende cura della sorella, ammiro un legame che non conosco e invidio ma che mi dà fiducia e speranza per il futuro.
La piccola mi toglie il fiato e il sonno.
È come un’alba bellissima, di quelle dov’è il cielo prende un colore unico, ma che preannuncia una giornata faticosa.
Ha più domande da fare delle risposte che ho da dare.
È in quinta elementare, è alta quasi come me e qualche brufolo sulla fronte. Quando la guardo sorrido e qualcosa mi si scioglie dentro.
Io sto bene, mi impegno a essere felice. Perché ho tanti motivi per esserlo.
Il dolore cambia, la mancanza trasforma, ma il mio sorriso quando penso a te è sempre lo stesso di quella bambina sulle tue spalle.
Papà, lassù, ci manchi.