Non è bello quando torni dalle vacanze e ti si appiccica quella sensazione addosso.
No, non è l’umidità e nemmeno l’afa, non è il caldo che hai ritrovato tale e quale a quello che avevi lasciato.
Non è l’invidia che fa capolino tra le pagine dei social, tra foto di aerei, spiagge, bikini e immersioni.
Non è che hai già ripreso possesso di tutte le tue responsabilità a casa e in ufficio.
Perché in vacanza ci sei andata anche tu e lamentarsi non è concesso, consentito né raccomandato.
La sensazione sulla pelle, che più che strisciare ti asfalta, è quella dell’inadeguatezza.
Di quando cominci un nuovo lavoro, accettato con entusiasmo pochi mesi prima, e che ora si palesa in tutta la sua complessità di incastri e ingranaggi e tu, paladina del cambiamento e del nuovo, diventi consapevole di tutte le tue contraddizioni.
Perché cambiamento è una parola bella da tenere in bocca ma pesante fra le mani.
Mentre l’insicurezza serpeggia e ammorba te e tutti quelli che ti vogliono bene arriva lei, con un bizzarro pigiama, una maglietta con la scritta #poracci e ti prende la mano.
“Mami, guardiamo un film che è meglio”
E così ti ritrovi su un divano rosso a seguire le vicende del Panda Po, e ascolti commossa le parole di maestro Shifu.
“Se fai solo quello che sai fare, non sarai mai più di quello che sei”
E pensi che la saggezza a volte passa dai piccoli, per diventare grandi.