
Dicono che sia un passaggio inevitabile, obbligato, quasi necessario.
Succede forse a tutti, chi più e chi meno, anche se mal comune non sempre è mezzo gaudio.
Sono fasi, momenti, quasi riti di passaggio, come l’antropologia ci insegna.
Gli aspiranti adulti Mati devono superare tre prove. Per prima cosa gli viene versato del veleno negli occhi. In seguito vengono picchiati con dei bastoni dagli altri uomini della comunità. Infine vengono colpiti con dardi sparati da lunghe cerbottane di legno, intrisi con una tossina ottenuta da rane velenose che provoca allucinazioni, tremori e una forte diarrea.
Gli adolescenti della tribù Sa devono esibirsi nel rituale del Naghol (tuffo a terra) per poter diventare ufficialmente grandi. Questo rituale ha ispirato il bungee jumping. I giovani, legati solo con liane, si devono lanciare da torri di legno alte più di 30 metri.
Se la liana è troppo corta i ragazzi rischiano di andare a sbattere contro i pali acuminati che reggono la struttura; se è troppo lunga cadono al suolo.
Noi occidentali invece siamo popoli evoluti, intellettualmente superiori, lontani da simili barbarie.
Per suggellare il passaggio nell’età adulta facciamo un incidente con la macchina nuova di nostra madre a dieci giorni dall’emissione della patente.
Visto che nessuno si é fatto male, vado a comprare dardi avvelenati e cerbottana su Amazon.