
Rispolverato il mollettone d’ordinanza e il tutone diserotizzante, buttati nel borsone due asciugamani vecchi e un po’ lisi.
Una pioggia battente che non sembrava granché di buon auspicio per questa nuova esperienza.
Ieri sera, la piccola ed io abbiamo partecipato alla nostra prima lezione di Gag. Che no, non è un corso di comicità e selezioni per Zelig-per il quale saremmo probabilmente state più portate- ma l’acronimo maledetto di gambe addominali glutei.
Per motivi che anche questa volta verrebbe lunga spiegare, e che collocherebbero la mia sempre più prestigiosa reputazione di pedagogista poco sopra Erode, abbiamo zompettato per un’ora nella palestra puzzolente di un istituto tecnico.
Per la prima mezz’ora la piccola mi ha sbeffeggiato per la scarsa agilità -falso- e la pessima coordinazione- malevolo-ma alla terza serie di addominali ha dovuto smettere di ridere per continuare a respirare.
Al minuto e mezzo di plank ci siamo guardate, in un muto “perché siamo qui?”
L’ora è passata comunque abbastanza veloce, sotto le energiche esortazioni di una dolcissima, giovanissima e scolpitissima insegnante.
Ci torneremo ogni venerdì, perlomeno fino a marzo.
Io stamattina giro col deambulatore, ma a parte questo è stato bellissimo.