
Un momento è piccina e traballa sulle sue gambette tornite, un passo dopo l’altro.
Quello dopo caracolla su un paio di improbabili stivali con le zeppe, che le regalano una ventina di centimetri in più di altezza e una altissima probabilità di fratture multiple e scomposte.
Un momento gira forte su stessa per vedere il vestitino con gli unicorni che fa la ruota, quello dopo esce con una tutina che Eva Kant avrebbe giudicato troppo aderente.
Un momento beve frappé gusto fragola con la cannuccia colorata, quello dopo trovi nel bidone del vetro due bottiglie di vodka alla pesca dopo una serata con gli amici.
Un momento fa il disegno coi cuori e gli arcobaleni alla maestra, quello dopo scrive mail polemiche al professore di diritto.
Un momento gioca coi tuoi trucchi fingendo di essere te, quello dopo fa sul serio Moira Orfei.
Un momento ha la testa piena di ricci pazzi, quello dopo usa la piastra anche prima di entrare in doccia.
Un momento ti racconta le sue giornate nel dettaglio, sogni e come fa la cacca compresi, quello dopo non dice più nulla e si lamenta perché non la ascolti.
La chiamano metamorfosi, crescita, evoluzione, scoperta.
Quella della mezzana sembra più una sostituzione di persona.