
Oggi, nella giornata mondiale del genitore, vorrei che ci stringessimo in un collettivo abbraccio virtuale, per celebrare la meraviglia, la grazia e il privilegio di far crescere e consegnare al mondo delle splendide creature.
In particolare modo:
chi ha a che fare con lo strazio del registro elettronico, delle preghiere sussurrate prima di premere il tasto “voti”, delle parole irripetibili all’ennesima richiesta di pagamento attraverso PagoPa, chiaro strumento del demonio, delle testate al muro dopo avere fissato ennemila colloqui con insegnanti su centordici diverse piattaforme;
chi resta saldo al timone, senza perdere la rotta ma solo con un lieve abuso di alcool, tra le mareggiate dell’adolescenza, gli sbalzi ormonali che ti fanno desiderare una convivenza con Hannibal Lecter affamato, piuttosto che con tua figlia tredicenne;
chi, archiviati anni di studi, lauree, master, specializzazioni, si dedica alla nobile arte della transumanza, spostando branchi di figli e loro amici da una zona all’altra della provincia;
chi quotidianamente esce dalla doccia per trovare il proprio accappatoio già usato e bagnato, il dentifricio finito, il rotolo della carta igienica da cui penzola solitario l’ultimo mezzo strappo;
chi ascolta per ore drammi, pettegolezzi, avvenimenti, orrida musica, la barbabietola da zucchero, i terrazzamenti, e il passero solitario, il tutto dopo una giornata di lavoro;
chi, nonostante tutto questo, non è ancora partito per il Brasile ad aprire un Chiriguito.
Genitori tutti, auguri