
Lo so che la tecnologia ci è amica, che ci semplifica e velocizza l’esistenza, che consente attività prima impensabili.
Sono un po’ boomer ma non la contesto mica, sia chiaro.
Poi però incroci la vita col registro elettronico -con le numerose piattaforme di registro elettronico, ne ho una diversa per ogni figlio- e l’idea del Brondi con quei bei tasti e i numeri scritti in grande non ti sembra più così peregrina.
È un’ansia costante, quella della perpetua accessibilità.
In tempo reale posso vedere se i miei figli sono a scuola -non si può più neanche bigiare, dovrebbe essere illegale- che materia stanno facendo e di quella materia quale argomento.
I voti, che non puoi nemmeno fare lo struzzo e far finta che vada tutto benissimo.
Il quattro è lì che ti aspetta, in rosso e grassetto, sullo schermo.
C’è la media, il grafico, l’andamento globale, mancano solo peso e pressione.
Ci sono le note e le circolari ma scoprirai troppo tardi questa sezione, restando tagliata fuori da ogni iniziativa e ricevendo
solleciti di pagamento per il corso di ukulele del giovedì, del quale naturalmente non sapevi alcunché.
Sono riuscita solo ieri a entrare nel registro elettronico della piccola, perché cercavo di accedere coi dati dell’anno scorso ma i maledetti avevano cambiato piattaforma e io non avevo letto la circolare.
Giusto in tempo per trovare due quattro. In musica.
Vado a comprarmi un Brondi.