
Stufa di urlare per fare raccogliere da terra oggetti vari, vestiti sparsi, libri di scuola dimenticati -una volta raccattando una pila di abiti dalla stanza delle ragazze non mi sono accorta che stavo per buttare in lavatrice anche il gatto, che ci dormiva dentro- ho deciso di fare un esperimento educativo.
Insomma, sono pedagogista, a qualcosa servirà pure.
La mezzana, al rientro serale di pallavolo, ha abbandonato il suo borsone blu vicino alla porta di ingresso.
Ma così vicino che toccava scavalcarlo per entrare e uscire.
Ho pazientemente atteso ventiquattro ore, per vedere chi per primo, tra i figli,lo avrebbe spostato o addirittura rimesso a posto.
A intervalli regolari tutti e tre sono entrati, usciti, hanno aperto la porta al gatto, al corriere, al postino.
E il borsone blu era sempre in mezzo.
Lo hanno scavalcato, saltato a piè pari, aggirato. Mancava solo ci scavassero un tunnel sotto.
È arrivata l’ora di cena.
Noi quattro seduti a tavola, il borsone per terra accanto a noi. Ho pensato quasi di apparecchiare anche per lui.
Il gatto ci si è addormentato sopra.
Ma alla fine, chi è del mestiere lo sa, la perseveranza educativa premia, la coerenza genitoriale genera effetti, la linea dura è vincente.
Il borsone blu è stato spostato, perché la mezzana doveva andare all’allenamento.
Cara Maria Montessori, scommetto che tuo figlio non faceva sport.