
“Mami, stasera tocca a noi? Si va”
“Non me lo ricordare ti prego, vorrei solo mettere il pigiama e andare a dormire”
“Vabbè ma il pigiama lo metti comunque”
“Sì ma salgo in macchina invece che sdraiarmi sotto le coperte”
“Ma di cosa ti lamenti, ci divertiamo un sacco! Cantiamo, ascoltiamo bella musica, fuori è buio…”
“Per la verità tu ti diverti, io cerco di restare sveglia. Tu canti e ascolti la tua musica che non è sempre il mio genere”
“Mami, apprezza il tempo di qualità madre-figlia. È importante, tu hai studiato pedagogia dovresti saperlo”
Una sera a settimana, due se sono proprio sfortunata, devo recuperare la mezzana all’allenamento di pallavolo. La palestra è in un paese di un’altra provincia col doppio nome e si sa, i paesi con due nomi sono sempre in culo ai lupi.
La piccola ed io quindi, in assetto da notte con pigiami e felpone, andiamo insieme a prendere l’atleta nottambula.
Lei è la più felice del mondo, per qualche ignoto motivo quel viaggio serale è la sua gardaland personale.
Intanto, visto il look, ci si augura di non dovere scendere dalla macchina per alcun motivo.