
Ore 7.00, freddo, buio, sonno
“Blo, siamo in ritardo”
“Blo, quello davanti a noi è il mio bus, se lo perdo mi devi portare a scuola”
“Blo, sorpassalo e non ci pensiamo più, forza”
“Siamo in ritardo perché non trovavi la mascherina che avevi già sotto il mento. Ho i pantaloni della tuta e il pezzo sopra del pigiama, non ti porto proprio da nessuna parte. Non sorpasso con la doppia linea continua in una strada stretta, e poi non accetto consigli da chi è a pagina quattro del libro di scuola guida”
E poi, con una manovra che neanche Hazzard, nel piazzale della stazione mi metto di traverso davanti al pullman per fermarlo. Una manovra che Tom Cruise in Mission impossible spostati proprio. Un’agilità da stunt-man consumato.
Il primogenito scende lanciandosi dal finestrino raccogliendo insulti e maledizioni di vario genere da parte del piazzale intero, capitanato dall’autista del bus.
Da oggi chiamatemi Daisy Duke.