
La rubrica di divulgazione scientifica prosegue senza sosta, e oggi vi conduce sulle sponde del lago Carezza.
Nella località di Nova Levante, val d’Ega, si appoggia questo specchio d’acqua che nasconde una leggenda.
La storia è quella del primo stalker della mitologia, lo stregone di Masarè. Il buon uomo di mezza età, invaghitosi come nella migliore delle tradizioni di una giovane e timida ninfetta, si rivolse alla strega Langverna, col proposito di rapire l’amata.
La strega, un po’ la Vanna Marchi dell’epoca, consigliò allo stregone di creare un arcobaleno dal Latemar al lago che si sa, alle ninfe piacciono i colori, di appostarsi travestito e quand’ella fosse uscita dall’acqua zac! Rapirla e via.
Lo stregone creò dunque uno splendido arcobaleno, ma essendo uomo e quindi poco incline all’ascolto, dimenticò di travestirsi.
La bella ninfa vide l’arcobaleno la anche lo stregone marpione appostato, si immerse nelle acque e non riemerse più.
Lo stregone, non solo poco incline all’ascolto ma molto alla collera, ruppe l’arcobaleno in mille pezzi e lo buttò nel lago, che da allora regala riflessi di tutti i colori.
E anche per oggi, è tutto.
(I due in foto non sono lo stregone e la ninfa)
Il nome del lago è particolarmente bello! E la storia di questo mito, per fortuna, a lieto fine 😉
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Anche il lago è bellissimo!
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