
La gaudente parentesi riccionese s’è conclusa ormai da più di una settimana.
Una vacanza con poco mare, molta vita notturna, cenette gourmet, piadine crudo e squacquerone tra un pranzo e l’altro.
Albe sulla spiaggia, giochi sull’acqua, nuovi incontri.
Il primogenito è tornato dalla sua prima esperienza di totale autonomia carico di ricordi, esperienze da non dimenticare e una carica di positività.
Al covid, purtroppo.
Nonostante tutte le raccomandazioni, malgrado la mascherina e il disinfettante, i tamponi e le precauzioni ciò che più si temeva s’è avverato.
Nella lunga lista di paure genitoriali, da un anno e mezzo a questa parte, si è aggiunta quella del contagio.
Certo, un rimedio potrebbe essere quello di tenerseli vicini, di non correre il rischio, di aspettare tempi migliori.
Ma l’estate dei diciott’anni è adesso, come si può chiedere di rimandarla.
Certo, per sette giorni di divertimento il prezzo da pagare sembra un po’ alto: il virus si sta facendo sentire, beffardo, con una vasta gamma di sintomi.
Ma potendo tornare indietro, credo che sceglierebbe nuovamente di godersi quei sette giorni di entusiasmo, stupidaggini, emozioni, risate e -probabilmente ma non voglio sapere- sbornie.
Adesso affrontiamo questo tempo di solitudine, ché l’isolamento sembra essere il peggiore degli effetti collaterali.
E per la prima volta dall’inizio della scuola elementare, con tutto questo tempo a disposizione finirà i compiti delle vacanze prima del rientro a scuola.
Forza e coraggio!
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Grazie! Ce la faremo 😉
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Bellissimo articolo, simpaticissimo lo stile. Forza e coraggio.
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Grazie Martina!
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Quindi come sta? Il medico gli ha dato qualcosa da prendere?
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Solo vitamina C e D. Tachipirina al bisogno. Ora sta molto meglio, domani tampone e incrociamo le dita! Grazie ❤️
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Bon meglio che l’abbia presa in forma leggera.. Di questi medici non si sa più che pensare 😔
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