
Una mattina qualunque, non sono ancora suonate le sette.
Come ogni giorno la sequenza dei gesti è la stessa, rassicurante, a tratti alienante.
Apro le persiane del mio bagno, la luce si insinua nella stanza.
Nel giardino dei vicini lei è lì, e mi guarda.
Con le corna arrotolate, sul muso un’espressione interrogativa, le zampette magre.
Una capra.
Chiudo le persiane, mi fermo un attimo, rifletto. I vicini hanno due cani e un gatto, ripasso mentalmente.
Brutti scherzi il risveglio.
Riapro le persiane, lei è ancora lì.
Con le corna arrotolate, sul muso un’espressione interrogativa, le zampette magre.
Una capra.
Arretro un passo, con la mano a conca annuso il mio alito. No, non ho bevuto. Sono sempre astemia.
La capra è sempre lì, che mi osserva, ed è forse più stupita di me nel vedermi in pigiama e coi capelli arruffati alla finestra.
Lei è Ornella, la capra che i miei vicini hanno adottato per salvarla da un giro al macello.
Ornella, diventeremo amiche.
Un benvenuto alla nuova vicina!
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