
La piccola fa ginnastica ogni giorno, sul tappetino da yoga della sorella, sdraiata sul pavimento del mio bagno.
Musica motivante, un personal training rinchiuso nello schermo del tablet, che impartisce ordini con la dolcezza di Torquemada e la grazia di Attila.
La mezzana corre.
Su e giù da una ciclabile, con le AirPods altezza timpano e volume rischio precoce sordità, i pantaloncini corti e l’affanno di un fumatore storico di nazionali senza filtro. Calcola calorie, grassi e carboidrati di ogni cibo, pure quello del gatto.
Pesa gli alimenti sul bilancino come un pusher al parchetto.
Se c’è la pizza in tavola, invoca il diritto sancito per legge allo sgarro alimentare.
Io, ogni mattina presto, percorro i sentieri intorno casa con i capelli a cipolla, una vecchia e sbrindellata tuta, forse appartenuta alla piccola.
Le cuffiette nelle orecchie con le lezioni di storia di Alessandro Barbero, che va bene fare i giovani ma fino a un certo punto.
Grattugio carote compulsivamente, per ammortizzare il costo del nuovo grattugia verdure appena comprato. A conti fatti, ci vorranno un paio d’anni.
Il primogenito, quota magra della famiglia, col metabolismo veloce come Usain Bolt, sta sul divano a mangiare untissime patatine.
Victoria’s secret, stiamo arrivando.
Invidio tuo figlio e le patatine untuosissime… Che voglia di mc Donald’s…
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Lo invidiamo tutti, credimi. Che poi, a parte qualche schifezza ogni tanto mangia sano, lascia la pizza a metà perché “sono sazio”, non finisce la carbonara. Insomma, che ha il pane non ha i denti 😅
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