
Dispotico, disinteressato, disagiato, disturbato, distratto, disagevole, disappunto, disinformato, disordinato, disperato, disperso, discolo, dissenteria, distopico, disumano.
Il prefisso dis rende le parole brutte, negative, antipatiche.
C’è chi quel prefisso se lo porta addosso, perché confonde le lettere, non impara le tabelline, scrive senza l’apostrofo o con una acca in meno.
Perché le parole ballano quando devi leggerle e quella maledetta della b fa di tutto per sembrare una p.
Perché all’indietro non riesci proprio a contare, mannaggia al conto alla rovescia, e le dita diventano la tua calcolatrice personale, pure se sei grande e magari non lo sapevi che eri un dis anche tu. Perché in corsivo scrivi come un medico le ricette, senza però avere ancora la laurea.
Dislessia, discalculia, distortrografia, disgrafia, noi ne abbiamo un po’ per uno, quasi tutti. E abbiamo imparato che siamo anche disciplinati, discettiamo e dissertiamo, siamo discreti e disegniamo disinvolti, siamo disponibili e distinti.
Che il dis è un prefisso ma in realtà viene dopo, prima ci siamo noi con le nostre diversità, caratteristiche, talenti e difetti.
E come disse la piccola, la disgrafia non è una disgrazia.