
Mentre sono collegata in Skype, con colleghe professioniste e preparate.
Dal corridoio arriva una musica festosa, seguita da un serpentone colorato che ricorda il drago cinese a capodanno. Sono la mezzana e la piccola che festeggiano una inaspettata ora buca, sfilando per casa sotto una vecchia coperta indiana.
Il primogenito che, terminata la lezione, indossa la giacca e sorridendo mi fa ciao ciao con la manina per indicare che sta uscendo. Fortunatamente ho studiato la lingua dei segni, così che con soli due gesti -“spezzo” e “braccia”- riesco a convincerlo a rimanere a casa.
L’immancabile corriere che suona il campanello e devi essere Usain Bolt per arrivare alla porta in tempo. In caso contrario, lui se ne sarà già andato e potrai ritirare il tanto desiderato pacco nella comodissima filiale dall’altra parte della città, a partire dalla settimana seguente, nelle notti di plenilunio e con Marte in ariete.
Il gatto che miagola tutto il suo disappunto verso la vita, il lockdown, la ciotola di pappa vuota finché con una manovra da contorsionista riesci a dargli -senza uscire dallo schermo- una bustina di pappa, lui annusa e rifiuta sdegnato tornando a farsi le unghie sulla tua giacca.
C’è da chiedersi come io faccia ad avere ancora un lavoro.
..ci riesci perché le donne sono multitasking 😉
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Ed è questo che ci frega 😅
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