
La comunicazione parla chiaro, nero su bianco sulle otto pagine uscite di corsa dalla stampante.
Il liceo della mezzana riprenderà regolarmente il quattordici di settembre.
Anzi no.
Le numerose sezioni sono state divisi nel gruppo A e B.
I partecipanti al gruppo A, nelle settimane pari, andranno a scuola il lunedì, mercoledì e venerdì.
Quelli del gruppo B il martedì, giovedì e sabato.
Nelle settimane dispari i due gruppi si invertiranno e faranno cambio di turno.
Nei giorni in cui non si va a scuola si farà didattica a distanza, con orari ancora da definire.
A scuola ci sarà a disposizione un’aula Covid, dove isolare sospetti untori.
Gli ingressi a scuola saranno scaglionati, se si raggiungerà un accordo per i mezzi di trasporto, onde evitare di dover prendere il sette e trentacinque e entrare a scuola alle dieci e dieci.
Altrimenti si scenderà tutti in blocco dallo stesso bus e tutti in blocco si entrerà in classe, sempre di avere azzeccato gruppo, giorno e settimana.
Cosa che, conoscendo la nostra proverbiale storditaggine, avverrà di rado.
Il primogenito varcherà di nuovo la soglia della sua classe il ventotto di settembre e ci potrà stare fino al tre ottobre.
Ogni tre settimane a casa, con la didattica a distanza dalle dieci alle tredici, si frequenterà per sette giorni di persona.
Una simile esultanza non si vedeva dai mondiali dell’ottantadue.
La scuola media non è ancora pervenuta e forse è meglio così, una cosa alla volta.
Si prevedono rischi altissimi di portare il figlio sbagliato nel giorno giusto della scuola dell’altro.
Comunque, ho già mal di testa.