Nell’insolita ma gradita veste di divulgatrice scientifica, vengo a voi con una serie di inedite curiosità sul meraviglioso paese che stiamo visitando, la Norvegia.
Cominciamo col dire che questo popolo illuminato ha una parola bellissima, Barnefri, che significa letteralmente “fare cose senza i (propri) figli al seguito”.
Sto meditando di farmela tatuare su un braccio.
Sempre in tema di parole, i norvegesi hanno un amore particolare per quelle composte e di conseguenza impronunciabili.
L’organizzazione dei diritti umani si chiama Menneskerettighetsorgasjoner, ma tanti e diversi potrebbero essere gli esempi.
I verbi non si coniugano, non esiste il congiuntivo e questo probabilmente fa stare tutti più sereni.
Nell’allegro isolotto di Røst, dieci chilometri quadrati per seicento abitanti, c’è un circolo culturale dedicato a Dante Alighieri.
Il legame tra Norvegia e Italia qui si fa sentire forte perché un navigatore italiano, che da Creta navigava beato in direzione Londra, deve avere sbagliato uscita trovandosi al largo delle Lofoten in balia di una tempesta artica.
Grazie all’aiuto dei locali riuscì a salvarsi e mantenne rapporti così buoni che oggi a fianco della bandiera norvegese sventola anche il nostro tricolore.
Per concludere, la scultura nella foto ha una particolarità. Se le giri intorno assume sedici differenti aspetti a seconda del punto di osservazione che si assume.
In pratica le mie espressioni quando il primogenito mi fa le sue bislacche proposte.
E con questo per oggi è tutto, alla prossima puntata.