Dopo una corroborante colazione a base di caffè lungo, aringhe e salmone affumicato ripartiamo per il primo lungo spostamento.
Due traghetti, centocinquanta chilometri, pochi gli esseri umani incrociati.
La sosta in un piccolo arcipelago dalle acque color smeraldo, dove da dicembre a febbraio pare transitino con frequenza balene e orche. Ma siamo in agosto e io, dopo la tragica avventura in gommone dello scorso anno alle Azzorre, ben mi guardo dal riproporre al mio compagno di vita e di avventure una nuova ricerca di cetacei. Rischierei di essere lasciata a piedi nella tundra norvegese.
I panini mangiati seduti sui tronchi, davanti a una spiaggia, con un mare dalle fattezze caraibiche ma dal freddo glaciale, dove tre temerarie o forse incoscienti fanciulle si tuffano per poi correre fuori di corsa.
E domani si comincia con le Lofoten.