
La spaghettata di mezzanotte, ma coi ravioli, ché cuociono prima e ci sono bisogni non procrastinabili da lunghi tempi di cottura.
La black mask, l’aloe mask, l’idra mask, l’argilla mask, che la mezzana in una notte con la sua amica S si spalma sulla faccia in una erronea e quantomeno discutibile interpretazione della normativa sull’uso delle mascherine.
Il lago, il campetto, la play station, la brioche e la focaccia con la anduja -in quest’ordine- a mezzanotte quando apre il panettiere, poi tutti sulla bici, chi in piazza, chi a casa perché ha una madre rompiballe che non transige sugli orari.
Il pratone coi pettegolezzi, sedute sull’altalena col cellulare in mano, un dondolio tra infanzia e adolescenza.
Gli inviti, le chiamate, mamma posso, Blo io vado ci si becca, mami torno tra poco o forse no ma son qui dietro.
Il gatto grande sul divano, il piccolo sul pavimento, quello della vicina sul letto, l’altro sempre della vicina dietro la porta, che da casa a gattile il passo è breve, da donna a gattara ancora di più.
Luglio, siamo pronti.