Mascherina sulle orecchie e zaino dietro le spalle, invece che il McDonald esplora boschi e dintorni, manda video di greggi di pecore e asinelli, sospetto coltivi piante illegali per i prati ma non tutto è dato sapere.
La mezzana s’è votata alla bicicletta per poter fare giri con le amiche, lei che è riuscita nella ragguardevole impresa di non far muovere il contapassi per giornate intere.
Col mascara sulle ciglia e una improbabile linea di eye-liner sulle palpebre pedala per il paese, tornando a casa stanca, sudata e felice.
La piccola ha ripreso a vagabondare al pratone, dove si spettegola a un metro di distanza urlando un po’ più forte perché con la mascherina non ci si sente tanto bene, così ora tutti sanno tutto. Gioca a nascondino la sera col buio, copia nelle verifiche su Meet, non panifica più ma frulla insieme gli alimenti più improbabili per merende salutari che il più delle volte bevo io per non buttare.
Io lavoro, da casa e fuori, osservo, aspetto, cammino e scrivo.
Siamo tartarughe appena uscite dal letargo.
Un po’ lente, a volte goffe, sempre affamate.