Si è informata cauta sulle varie proprietà, metrature, eventuali usufrutti e pertinenze, come l’agente del mese Tecnocasa.
Ha valutato grandezza, profondità, superficie camminabile, eventuali permessi per edificare, come un geometra del comune.
Ha preso le misure del piede di porco per appropriarsi indebitamente di una altrui proprietà.
La piccola ormai da giorni cerca un luogo sicuro dove stabilire il suo spazio privato, la sua centrale di controllo, la sua piccola oasi di felicità.
Quando tutto sembrava ormai perduto, quando è apparso chiaro che i vicini non si sarebbero allontanati abbastanza da poterne occupare abusivamente le abitazioni, ha deciso di trasformare il garage, che tutto contiene fuorché l’auto di famiglia.
Con pazienza, costanza e uno strato di polvere sulla testa ha buttato vecchi giornali, latte di vernice ormai secca, spostato mobili già smontati, probabilmente occultato cadaveri.
Ha ricavato così lo spazio sufficiente alla sua criminosa attività, con un tappeto peloso e con un numero di acari pari alla popolazione della Lombardia, un vecchio tavolino con delle sedioline di quando erano bambini, giochi elettronici, generi di conforto alimentare e damigiane di tè alla pesca.
Dietro la vecchia e arrugginita claire riceve amici, vicini e congiunti a distanza di sicurezza, offre consulti, mangia patatine e forse pianifica una rapina alla zecca di stato.
La prossima stagione della Casa di Carta partirà da qui, dal nostro polveroso garage.