Sorride.
Non il solito ghigno satanico, quello che da circa un mese ha tatuato sulla faccia quando perseguita la sorella, cazzeggia durante le videolezioni, fa gara di rutti online coi suoi sgangherati amici.
Sul divano, con indosso la maglietta originale della serie, il primogenito beato ingurgita un episodio dopo l’altro della quarta stagione de la Casa di Carta, attesa come la finale di NBA, il sabato sera senza Coronavirus, il messaggio della ragazzina bionda su Instagram.
Medita.
Di partire, cambiare, mangiare, studiare, cucinare, innamorarsi, dipingere, mangiare, sistemare, rinnovarsi, schiarirsi i capelli, mangiare, dimagrire, imparare lo spagnolo, avere addominali scolpiti, trasferirsi, giocare a pallavolo, mangiare, aprire un canale YouTube, essere diversa, essere la stessa, diventare come la mamma, diventare il contrario della mamma.
La mezzana, dopo la frenetica attività delle settimane passate, siede con fare regale sul tappetino di ginnastica della sorella a gambe incrociate e medita come cambiare se stessa e il mondo. Col cibo, probabilmente.
Si infuria.
Come un temporale all’improvviso, come il battito d’ali di una farfalla a Shangai che provocherà un tifone alle Azzorre, coi capelli scomposti e gli occhi fiammeggianti.
La tenera piccola va tenuta a distanza per buona parte della mattinata, più o meno finché non finiscono le lezioni online che le generano non poca ansia, col terrore di perdere la connessione, essere interrogata, dover suonare il flauto.
Nel pomeriggio torna a essere la creatura solare e meravigliosa che tutti conosciamo, ma abbiamo ancora così paura dal mattino che le stiamo alla larga comunque.
Io, sto sul terrazzo.