I pensieri in disordine come l’armadio, che si è fermato a febbraio e non sa che è primavera.
Oggi ho bisogno del fuori, che non è il bosco, la strada o il giardino ma quella parte di me capace di guardare più in là, verso un orizzonte che sembra più un miraggio.
Oggi ho la testa piena di ricci e la voglia di abbracci, anche se in questa casa manca disciplina ma non certo esplosioni di affetti.
Oggi ho capito che il problema sono le o, che mettono distanza e contrapposizione quando sarebbe più semplice appoggiare una e, che tiene insieme e non sulle parti opposte di una inesistente barricata.
Che il metro di distanza è ancora poco a confronto di opinioni e pensieri che ti allontanano molto di più dalle persone.
Oggi ho preparato le lasagne e comprato il gelato, scritto un messaggio, lavato la mascherina, cercato il caricabatterie disperso.
Mi sono seduta sulle scale e ho accarezzato il gatto, decisa a dar valore, dignità e senso a ogni gesto di una vita che ha perso le coordinate su cui viaggiava e che oggi se ne deve inventare di nuove perché non siamo fermi, viaggiamo solo su binari differenti, a volte senza conoscerne la destinazione.
Oggi ho le unghie rosse che mi ha dipinto una ragazzina venuta dall’iperuranio per farmi sentire bella, le lasagne per cena, gli amici per il caffè, la diretta del fidanzato, i grattini sulla schiena della piccola, accolgo la paura perché so che non arriva sola, ma accompagnata dal coraggio.
E la testa fa un po’ meno male.