Non è che uno si possa sempre lamentare.
E allora sopporti, perché ti hanno insegnato che il tuo ruolo materno è anche questo, è sacrificio, resistenza, abnegazione.
Fa niente se il primogenito ha deciso di dedicare la sua vita a complicare la tua, esasperando la sorella più piccola con una costanza che sarebbe encomiabile se indirizzata altrove.
Pazienza se si apposta per spaventarla, la stuzzica fino a farla ammattire, così che lei lanci uno dei suoi famosi urli, che Tarzan spostati proprio, e lui possa registrarla e mandarla poi in loop durante la giornata dalla mega cassa che Dio benedica chi gliel’ha regalata.
Che vuoi che sia se la mezzana si è appropriata di ogni singola crema, ogni maledetto cosmetico di tua proprietà, per sperimentarsi come la più famosa make up artist del varesotto.
Facciamo finta di niente se la piccola si infuria come un’erinni per gli ormoni, il meteo, la dieta, la congiuntura astrale avversa e ogni mattino devi sperare che si alzi dal letto col piede giusto.
Ma quando arriva il punto di rottura ecco che ti ribelli, coi mezzi e i -pochi- strumenti che hai.
Prendi possesso del bagno e ti dedichi a una lunga doccia, con la musica dei Nirvana sparata a palla dalla cassa sequestrata al primogenito, così forte da far tremare pure il gatto.
Quando poi finalmente esci dal bagno, un gran silenzio e sguardi preoccupati.
Cara Maria Montessori, anche oggi saresti fiera di me.