La piccola che assaggia fagiolini, finocchi e mandorle, non tutti insieme, con l’obiettivo condiviso di allungare un po’ la lista di vegetali che compongono la sua alimentazione.
Lista che vede per il momento al primo posto i pomodori, seguiti dal niente.
La mezzana che ha la memoria del pesce rosso o di Dory della ricerca di Nemo, che va in camera con l’ordine di rifare il letto, si imbambola al cellulare, chiede a me perché è andata in camera, finisce per provare smalti colorati e tanti saluti al letto. Che come un piccolo pollicino lascia ovunque tracce del suo passaggio, gli asciugamani della doccia, la carta dei cerotti, la confezione vuota della merendina, così che sia impossibile perderla ma quando la trovi la riempiresti di mazzate.
Il grande che si interroga su questioni profonde e irrisolte, discute con me di religione, aldilà e verità davanti a un piatto di gnocchi al sugo, che argomenta, dubita e riflette come un filosofo antico e un attimo dopo rutta come Homer Simpson alla terza birra e tu non sai se ringraziare il cielo per tanta profondità o dargli due pedagogiche sberle per tale stupidità.
Io che sono sempre più avvinta dalla vasocottura, sperimento e organizzo e ammorbo chiunque con dettagliate spiegazioni di vasetti, guarnizioni, ganci e tempi di cottura.
Sarà il favonio che scalda questi strani giorni di febbraio, ma qui siamo ancora più squinternati del solito.