Avere una ricca e intensa vita sociale, si sa, è segno di benessere interiore.
Fatti non fummo per viver come bruti ma anche per incontrarci coi nostri simili, godere della reciproca compagnia, passare momenti di svago e leggerezza.
I miei figli sono manchevoli e zoppicanti in tante cose ma sotto questo punto di vista godono di ottima salute.
Difficilmente in casa siamo solo in quattro, a tavola spesso c’è un piatto di pasta in più e non mancano ospiti per la notte.
Questo sabato sera il primogenito era invitato alla festa di compleanno di una giovane fanciulla mia sentita nominare, che Instagram ci ha rivelato essere una quindicenne molto carina.
La mezzana aveva appuntamento con una sua amica per un giro all’oratorio e la piccola si è preparata tutto il pomeriggio per l’annuale cena del campeggio. Nel pomeriggio si è lavata e acconciata i capelli, spalmata la black mask su viso, specchio e lavandino del bagno e provata un numero considerevole di outfit, concludendo di non avere nulla da mettersi.
Io, sfinita da una giornata lavorativa cominciata all’alba e orfana di fidanzato avevo come unico e trasgressivo programma quello di mettere il pigiama e guardare una serie tv.
Così ho accompagnato un figlio alla volta ai propri impegni sociali e rientrata a casa ho messo sui capelli la rigenerante nonché miracolosa maschera per capelli a turbante, che costa un occhio della testa e va lasciata in posa una notte intera.
Mi sono poi spalmata il viso di quello che avanzava della Black Mask e mi sono seduta comoda sul divano.
Dimenticando completamente che a ogni andata segue inevitabilmente un ritorno e che quel ritorno toccava proprio a me.
Essere madre è spesso un grande dono, molte volte una gran fatica, ogni tanto una maledetta disgrazia, come quando esci la sera tardi sotto la pioggia per le strade della tua città con la giacca sopra il pigiama e il turbante sulla testa come fossi un fachiro.