“Ma dai, sul serio?”
“Sì, sul serio”
“Sei davvero arrivata alle nove e mezza?”
“Sì, davvero”
“E dovevi essere lì a lavorare per le undici e mezza?”
“Sì, dovevo”
“Mamma, sei un disastro! Ma scusa, ti scrivi sull’agenda tutto, pure se la piccola deve lavare i capelli o che devi comprare i biscotti, e vai fino a Milano due ore prima?”
“Periferia di Milano, per essere precisi”
“Mother, che vergogna. E poi ti lamenti di noi che non ci ricordiamo le cose”
“Veramente tu abiti una stanza poco più grande di un loculo è ancora non ricordi dove stanno le mutande, la mezzana va a scuola senza cartella perché la lascia sul sedile della macchina e la piccola ha in mente i compleanni di tutta la famiglia allargata ma non si ricorda cosa ha mangiato a pranzo”
“Se sono lasagne sì”
“Vabbè Mother, niente di male. Stai invecchiando, tranqui. Ah, non dimenticarti che dopo mi devi venire a prendere all’allenamento”
Temo proprio che stasera mi dimenticherò qualcosa.
D’altronde si sa, gli anni passano.