Femminile singolare

“Sì, ti chiamo per dirti che la Giulia sabato viene a vivere con me, allora dobbiamo rivedere le tue ore a casa mia.

Direi che possiamo portare il tuo monte ore a otto la settimana, mi sembra il minimo per mantenere un decoro.

Comunque se non bastano le ore ci capiamo: se non riesci a fare tutto possiamo fare anche noi qualcosa, tipo le lavatrici, ma le fa la Giuly che è donna, chiaro, anche la pulizia dei balconi può farla lei, tu vai di fino coi vetri e taaac!

I nostri ottanta metri quadri brillano che è un piacere, io son contento, la Giuly è contenta e te sei contenta, giusto?

Ti annuncio già che la Giuly è più rompi di me, vuole pulizie anche sui lampadari e sotto il letto, mica come me che potevi farli anche una volta all’anno e io muto.

Ma d’altronde lei è donna, no? Mica per niente si dice “donna” e non uomo delle pulizie, giusto?”

Il treno è il Milano Varese, tardo pomeriggio.

Lui è un giovane uomo calvo con una folta barba, quasi che il karma lo volesse punire per le parole che escono dalla sua bocca.

E forse è meglio che ci pensi il karma, anziché le numerose donne sedute in questo scompartimento.

Informazioni su BarbaraB.

Educatrice e mamma, preparatissima sulla teoria e un po' meno efficace nella pratica. Per tentativi ed errori vado avanti, con un carico di ironia come antidoto alle quotidiane fatiche educative.
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