Il grande che da adolescente inquieto si trasforma in placido anziano appena arrivati in spiaggia, con le parole crociate e infinite partite di scopone scientifico sotto l’ombrellone.
La mezzana che cura la sua pelle con il sole e l’unghia malata con l’acqua di mare, mette il balsamo sui capelli come le ha consigliato l’amica parrucchiera, gioca a carte malvolentieri col fratello e si tuffa tremante e titubante dagli scogli, ché il coraggio è un talento ereditato dalla mamma.
La piccola che trascorre il suo tempo in acqua, dove si tocca e anche no, con la sua maschera total face che le è stata anticipata come regalo di compleanno.
Esce solo per azzannare pezzi di focaccia con le olive, col formaggio, senza niente e probabilmente pure con l’ananas se la facessero.
Io che nuoto, gioco a carte e spalmo crema, mangio la focaccia avanzata e ancora non sono riuscita a leggere una pagina di un libro nuovo.
Per le prime ventiquattro ore di vacanza, possiamo essere soddisfatti.