C’è gran via vai, in questo porto di mare che risponde al nome di casa.
Il giovane americano è atterrato laggiù oltre oceano, lasciando in ricordo un paio di scarpe nere, lucide e stringate numero quarantotto e mezzo, che un’amica ha giustamente definito “da bara”.
Siamo indecisi se rispedirgliele a casa, farle indossare al primogenito per la cresima della piccola -opportunamente riempite di cotone- o metterle in terrazzo e piantarci dei gerani.
La mezzana è tornata dal torneo in tempo per la finalissima e con le sue amiche ha fatto un tifo esagerato per la squadra americana, anche se non sa precisamente quanti giocatori scendano in campo né quale siano le regole del gioco.
Il primogenito è nel cuore turistico della Romagna da un paio di giorni, impegnato ad arbitrare un importante torneo di pallacanestro.
A sentire lui sta raccogliendo cotone in catene, perché comincia la mattina presto e finisce la sera tardi, il mare lo vede solo dalla finestra della sua stanza e il costume da bagno è servito solo per riempire il trolley.
La piccola è raffreddata, cosa che non desterebbe preoccupazione alcuna, non fosse che siamo a meno tre giorni dalla cresima. Mi segue starnutendo, come un paperotto appena uscito dal guscio e chiama “mamma” con una media tendente a infinito.
Torneremo alla normalità, qualunque cosa voglia dire.