Mi piace cantare Calcutta in macchina con le bambine, e fare il coro tutte insieme su “volevo solo scomparire in un abbraccio”
Io che quest’anno ho imparato a impastare la pizza e a fare le polpette, che amo pescare storie e parole come quando si cercano le calze colorate nei cestini dei negozi.
Che se cominciassi a chiedermi come faccio a tenere tutto insieme rischierei di non esserne più capace, come il millepiedi a cui domandano come faccia a muovere insieme tutte le zampe.
Io che ho bisogno di trovare un punto da fissare per stare in equilibrio, come una ballerina mentre fa i giri sulle punte, o degli occhi da guardare, come quando si parla in pubblico davanti a tanta gente.
Io che bramo un pomeriggio di pioggia sul divano e ardo per una notte tra lenzuola senza briciole e nessuno che mi chiami per la sete, gli incubi o il male di vivere.
Io che faccio sempre almeno due cose insieme sull’altare del multitasking, guido e parlo con lunghe telefonate, origlio le conversazioni degli altri mentre faccio la spesa, ascolto musica mentre leggo, cucino e cerco di non bruciare nulla.
Io che speso sono fuori sincrono, come il primo applauso a teatro quando gli altri sono fermi, troppo in anticipo o irrimediabilmente in ritardo.
Io, che fino a ieri avevo quarantaquattro anni, come i gatti, e oggi non so come mai son diventati quarantacinque.