I fagioli piantati dalla piccola non sono spuntati, segno inequivocabile che il pollice nero è un allele dominante.
La fanciulla ha gettato via spazientita il suo esperimento di scienze, dichiarando che i fagioli in famiglia non piacciono a nessuno e che comunque esistono i supermercati, se proprio lì vogliamo mangiare.
La mezzana da quattro giorni è a pagina quattro del libro che le ho cortesemente imposto di leggere, preoccupata che cresca come alcuni adulti che conosco, incapaci di comprendere il testo di un semplice messaggio whatsapp su un gruppo.
Il primogenito si prepara per un arbitraggio d’eccezione, una gita al luna park, un’interrogazione di chimica, rigorosamente in quest’ordine.
Scrive un tema sulla musica che mi lascia senza parole per la sua capacità di esprimere, raccontare, emozionare, ché forse un figlio può ereditare anche qualche capacità positiva.
Io lavoro, organizzo la festa per la cresima della piccola, ormai alle porte, col buongusto e la sobrietà che sono diventati negli anni la mia cifra stilistica. Il palloncino con il narvalo multicolore non sarà dimenticato facilmente dagli invitati.
Mi perdo in una serie Netflix per adolescenti, forse per non pensare al l’imminenza del compleanno, dormo troppo poco e sogno vacanze impossibili.
Ogni giorno ha la sua pena, quanto basta per arrivare a sera.