Stava in una cesta dei giochi, in fondo, tra una gamba rotta di Barbie, Saetta McQueen senza una ruota, il libro del pesciolino multicolore consunto sugli angoli.
Era lì, finito chissà come e perché, ma in una casa con tanti bambini non ti chiedi mai perché qualcosa sparisce.
Sai che tornerà, prima o poi.
Il vecchio IPod stava lì, lucido e spento, forse rotto, magari no.
La mezzana, prodigio tecnologico della famiglia, gli si è seduta accanto mentre lo collegava al caricatore, come un parente al capezzale del suo caro con la flebo.
Un timido luccichio sullo schermo, un grido di gioia, il paziente è salvo.
Come aprire una scatola dei ricordi, la prima nota, quella melodia, le parole.
Canzoni di una playlist di qualche anno fa, che col potere unico posseduto solo da musica e profumi, ci hanno riportato a un periodo lontano, ma non così tanto da essere dimenticato.
A turno, stretti in cucina, ci siamo passati le enormi cuffie viola per ascoltare pezzi di canzoni e vita, ti ricordi quella volta, questa la ballava la mamma a Zumba, l’altra l’abbiamo ascoltata in quel viaggio lunghissimo quando non si arrivava mai, gli acuti della piccola che è stonata.
E ogni nota ti porta indietro, lentamente, come a scendere su una lunga scala mobile.
Sono in cucina, ma sono anche lì, quando
Il mondo era un po’ meno colorato e un po’ più faticoso e le parole ancora non mi facevano compagnia nel racconto, come oggi.
Sono lì e sono anche qui, in questa cucina piena di figli, musica e profumo di polpette.
A ballare zumba con la piccola, fare cori con la mezzana, ascoltare rap col grande.
Siamo cresciuti bene, in fondo.