La piccola ha un’amica di penna, si chiama Emma e vive in Colorado.
La maestra ha pensato che per migliorare la lingua è cosa buona e giusta corrispondere con chi la parla dalla nascita.
La bambina oltreoceano fa la seconda elementare e chiede che le si rivelino dei segreti per conoscersi meglio.
La piccola è un po’ infastidita dal fatto che la giovane amica parli solo inglese, ma ha deciso di dirle che ama gli unicorni perché era l’unica frase completa che riuscisse a tradurre.
Chissà Emma, laggiù in Colorado, cosa penserà.
La mezzana vive ormai stabilmente nell’iperuranio. Mangia l’ultima merendina e lascia il pacchetto vuoto, non mette il tappo al dentifricio, esce di casa col profumo ma senza la cartella. Qui tocca ancorarla con dei pesi alla caviglia per non vederla volare via.
Il grande è in un periodo di armonia e grazia, perché ha trasferito colpe e magagne sulla sua ignara madre, colpevole a giorni alterni del quattro in matematica, il canestro mancato all’allenamento e la fame nel mondo.
Fare di lui un uomo coscienzioso e responsabile sembra la più improbabile delle missioni educative.
Il gatto piccolo ha mangiato di nascosto la pappa del gatto grande, dove stavano abilmente nascoste le medicine che deve prendere.
Per ora si aggira per casa come fosse fatto di acido, poi vedremo.
Io mi incollo le dita con l’Attak, e mi sembra il male minore.