La radio spenta, il riscaldamento acceso, una piccola isola calda che si muove nel freddo della mattina.
Appoggiato pigramente al sedile del passeggero, in un viaggio in macchina come ce ne sono tanti nelle nostre giornate.
La testa china, lo sguardo basso, le mani in grembo.
Il dito che tormenta la pellicina, il cappuccio tirato sul ciuffo ribelle,cenni di assenso quasi impercettibili.
È un discorso serio e lui è attento, essere genitori è anche questo, è prendersi in mano temi scomodi e provare a sviscerarli, tradurli in una lingua comprensibile e accettabile per un adolescente.
È scegliere le parole, modulare il tono, saper aspettare.
È ricordarsi che non siamo amici né pari, che si ha un compito di guida che va svolto con autorevolezza.
È il coraggio di dire ad alta voce verità scomode, di essere assertivi ma anche comprensivi.
“Mother, hai detto qualcosa?”
“Come? Sì, certo che ho detto qualcosa, anzi ho detto tante cose”
“Puoi ripetere? Scusa ma è uscito l’album nuovo di Salmo, non puoi capire quanto è bello. Dovresti ascoltarlo”
Dovrei ascoltare Salmo, dice il primogenito rimettendosi le cuffie nelle orecchie.
Forse avrei dovuto farlo allevare dai lupi.