L’ho scartato in anticipo, quest’anno, il mio pacchetto di Natale.
Dentro c’era una prima volta.
E così siamo volati quaggiù, a conoscere un pezzo di mondo dove non ero mai stata, insieme all’uomo che è in assoluto il mio compagno preferito di avventure e scoperte. Che porta la curiosità in alto come una bandiera e mi contagia con l’entusiasmo e la voglia di imparare.
Ho tolto la giacca e tirato su le maniche, ché mentre a casa nevica qui la gente puccia i piedi in un mare turchese.
Ho camminato tanto, tra antico e moderno, bellezza e decadenza, ricchezza e povertà.
Ho annusato l’aria che sa di mare sulla costa, l’odore del pesce fresco al mercato, il fritto dei cartocci vicino alle vetrine.
Ho capito che la vera impresa sarebbe stata tornare negli stessi pantaloni della partenza, vista la moltitudine di dolci e una gastronomia unica al mondo.
Ho ammirato l’ingegno di Archimede, in una mostra immersiva nel suo paese d’origine.
Ho contemplato le opere e il genio di Salvador Dalì camminando tra le sale di un castello antico.
Ho visto la sorgente del fiume Amenano, nascosto in una grotta sotto un ristorante.
Ho ascoltato i racconti della vita dei santi che proteggono queste città, non senza una certa inquietudine.
Ho scrutato un vulcano sotto la luna piena, ché ultimamente qui si passa da un’isola vulcanica a un’altra.
Sempre e comunque sentendosi a casa.