La prima neve, la prima febbre, i primi passi in una passione che si preannuncia totalizzante, quella degli audiolibri, ascoltati in macchina nel perpetuo e lungo tragitto casa lavoro, lavoro casa.
Un mese che diventa freddo e buio, che sta in mezzo tra l’autunno e il Natale.
Tanti, troppi impegni, la reclusione forzata di una figlia malata, che si aggira per casa col naso gocciolante, il cappello coi pon pon storto sulla testa, la coperta come mantello appoggiata alle spalle e la richiesta incessante di qualcosa da fare.
Giocare a carte insieme, vedere i film, vestire le Barbie e raccontarsi storie, chiuse dentro la bolla della Tachipirina.
Il gatto grande che ogni sera, alla stessa ora, miagola imperioso e supplice dietro la porta di casa. Vuole entrare per raggiungere il letto del primogenito che sta per andare a dormire e allungarsi fiduciosi di fianco a lui, per l’ultima coccola della giornata.
I piani per il Natale, la ricerca dei regali che si fa da un anno all’altro più complicata, mentre fino a poco fa bastava un giro nel reparto giocattoli per garantirsi sorrisi e felicità.
Una cosa bella che sta per arrivare, che io mi tengo in tasca perché c’è bisogno di pensieri luminosi quando la sera fa buio presto.
La stanchezza combattuta a suon di cioccolata, la tristezza come una coperta che a un certo punto va scalciata via.
Le paure e le preoccupazioni, che sembrano aspettarti come un burrone alla fine di un sentiero.
Provare a camminare vicino al bordo del precipizio, chè nel buio bisogna sempre saper dare un’occhiata, quando hai tanta luce che ti aspetta.
mi piace il tuo modo di scrivere, mi ricorda tanto Elasti di nonsolomamma, te l’hanno mai detto?
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@blogcambiopasso sì, me l’hanno detto. E rimane un bellissimo complimento perché ammiro molto Claudia e il suo modo di scrivere. Grazie 💚
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