“Ehi, andiamo che si fa tardi”
“No mother grazie, vado a piedi”
“Forza, prendi il borsone che ti porto all’allenamento”
“No mother grazie, vado a piedi”
“Accidenti come piove, dai salta su che ti do un passaggio”
“No mother grazie, vado a piedi”
“Ma ti senti bene? Che succede? Non hai mai rifiutato un passaggio in vita tua, dai fuori di matto quando ti dico di fare da solo e adesso?”
“Niente mother, ho sola voglia di camminare un po’”
Ecco, lo sapevo che qualcosa aveva preso da me.
Anche lui ha bisogno di uno spazio privato, un angolo di solitudine, un momento di libertà.
Di ascoltare la musica con le cuffiette nelle orecchie e l’aria sulla faccia, delle gocce di pioggia intorno, di respirare l’aria fredda mentre lasci libero il pensiero.
Di rielaborare la giornata, gli eventi, di ascoltare e ascoltarsi.
Di tenere alla solitudine quanto alla compagnia.
“Mother, fantastico! Ho guadagnato un mucchio di Sweatcoin camminando! Fighissima questa nuova app! Di questo passo fra due anni ne avrò abbastanza per un nuovo iPhone”
Il primogenito ha scaricato un’applicazione che regala moneta virtuale ogni diecimila passi, per acquisti in un negozio altrettanto virtuale.
E tutte le mie speranze sono state sepolte sotto una montagna di SweatCoin.