È la prima pennellata di smalto rosso sulle unghie, la radio alzata al massimo mentre guidi e canti ‘quindi Marlena torna a casa’, perché quella canzone ti entra dentro e vuoi che si senta anche fuori.
È l’ultimo brandello di dignità che ti impedisce di appendere in camera il poster del cantante, tanto carino quanto quasi coetaneo del tuo figlio maggiore.
È una festa improvvisata di adolescenti in salotto, che entrano portando allegria, baccano e una tremenda puzza di piedi, che dicono ‘no grazie ho già mangiato’ anche se tu non gli hai offerto niente e comunque si divorano una buona metà della dispensa.
È la scheda di matematica della piccola, che odia articoli e equivalenze ma non ama molto neanche la proprietà commutativa.
È la serie guardata a notte fonda perché il giorno dopo non si va a scuola, anche se poi ci pensa il gatto a svegliarti alla solita ora.
È il lavoro che non si ferma perché è festa, ma tu sei ormai abituata a vivere con un calendario diverso dove le festività sono solo per gli altri.
È la mezzana fiera di aver passato la rete con le mani, saltando un po’ più in alto, il grande che misura la sua spalla con la mia sorridendo sornione, la piccola che fa il mortale ma ci dice di star pure tranquilli.
È il sushi mangiato a pranzo e cena, ché in un clima da polenta e gorgonzola ci piace essere trasgressivi.
È che ci bastano tre giorni di ponte per sentirci in vacanza anche se il panorama fuori è rimasto lo stesso.
Quello dentro, forse no.