In macchina, è domenica mattina, la mezzana a fianco, la piccola dietro, il tergicristallo davanti che si muove ipnotico, al ritmo della pioggia che non smette di cadere.
Quei momenti di rara lucidità in cui capisci che io momento è giunto, non puoi procrastinare oltre, la verità deve essere detta ad alta voce e tocca assumersi le proprie responsabilità.
“Piccola, ti devo parlare di Babbo Natale”
“Mami, è presto per scrivere la letterina”
“Mamma, sei impazzita? Non è ancora il momento”
“Il momento per cosa?”
“Silenzio, so quello che faccio. Beh, piccola, vediamo. Ti ricordi l’anno scorso, che mi facevi tutte quelle domande, ma come fa Babbo Natale a girare il mondo in una notte, come può fabbricare tutti quei giochi e i vestiti con le etichette, le renne come fanno a volare?”
“Sì, mi ricordo ma tu sei stata molto convincente nelle risposte”
“Uhm. Sì. Bene. Ecco. In realtà volevo dirti che…”
“Mamma, sorridi”
“Ma…che fai? Mi stai filmando col cellulare?”
“Certo! Faremo milioni di visualizzazioni! Madre imbranata e imbarazzata che cerca di spiegare alla sua bambina che Babbo Natale non esiste…”
“Cosa hai detto?!”
“Ah, brava, guarda un po’. Bel colpo. Stavo cercando le parole giuste…”
“Mamma, quali parole giuste. A me lo hanno detto a scuola quando ero più piccola della piccola ma ho fatto finta di niente perché tu ci tenevi tanto alla letterina, le renne, il latte coi biscotti lasciati sul camino”
“Quindi mami te li mangiavi tu i biscotti? E lo bevevi tu il latte?”
“Ehm…sì ma era per mantenere la magia del Natale, l’aspettativa, l’incanto…”
“Mamma, stai andando sempre peggio, sappilo. Ma il video sarà una bomba! Piccola, come ti senti? Triste?”
“No. Come se mi avessero pugnalato”
La pioggia continua a cadere, i tergicristalli ad oscillare.
La piccola si sente tradita e mi tiene il muso.
Però avremo milioni di visualizzazioni, eh.