La mezzana è una creatura dolce, mite, silenziosa finché in possesso di smartphone e connessione funzionante.
Abitudinaria e pacifica, amante della pizza würstel e patatine e dei frappé al cioccolato, raramente si discosta dalla sua quotidianità che ha inizio ogni giorno alle sei e quaranta con il fastidiosissimo suono di una sveglia Ikea.
A differenza del fratello maggiore nonché primogenito mantiene un basso profilo, non chiede abiti di marche famose né invia link su whatsapp dell’ultimo paio di Nike sul mercato.
Semplice e morigerata, troppo pigra per truccarsi o acconciarsi, esce di casa il mattino presto con la cartella, la coda alta e la faccia pulita.
Ma poi.
“Mamma, una mia compagna ha detto che mi vesto sempre uguale, e le mie felpe sono tutte dello stesso colore”
“E quindi?”
“Come, ‘e quindi’? Dobbiamo andare fare shopping”
“No”
“Come no? Mamma! Hai capito cosa ho detto? Mi prendono in giro per come mi vesto”
“Tesoro, ma è vero. Apri il tuo armadio. Ci sono sette felpe della stessa tonalità di azzurro. Senza scritte né immagini. Niente stampe. Metti solo fouseaux grigi o neri. Schifi le magliette colorate che ti compro e le nascondi in fondo al cassetto. Insomma, il tuo sembra il guardaroba di Paperino con le casacche alla marinara tutte uguali”
“Però ho comprato la giacca nuova!”
“Sì, uguale a quella dell’anno scorso”
“È una diversa sfumatura di azzurro”
“Ti porto a fare acquisti solo se prendi qualcosa di colorato”
“Sì, la pizza würstel e patatine”
L’adolescenza è un’età buia, rischiarata solo da uno spicchio di pizza.