L’euforia di svegliare le figlie il sabato mattina con la voce di Adriano Pappalardo che si diffonde per tutta la loro stanza con un roboante ricominciamo.
“Mami, sei malvagia”
“Silenzio o lunedì comincio con Albano”
La partenza per un fine settimana di pace, su un treno che attraversa una valle e due paesi per ammirare la meraviglia del foliage.
Una piccola passeggiata perché siamo in anticipo, facciamo un giro, sono solo quattro passi. Frasi che ho imparato a temere, a ragione.
“Amore, per di qua”
“Ma è un sacro monte”
“Gia”
“Ma é tutta salita”
“Sarà una passeggiata”
“Ma si chiama calvario”
“Si vede che devi espiare”
La domenica mattina che comincia pigra al tavolino di una pasticceria, sopra la testa un cielo azzurro e dietro le spalle il rosso delle foglie.
Un museo unico che racconta la storia degli spazzacamini, di un’infanzia perduta e del primo vincitore del giro di Francia.
I discorsi rubati ai passanti, che camminano sottobraccio, con calma.
“Stanotte ho sognato tre numeri, li ho giocati e poi ho aggiunto il ventidue di Santa Rita e il ventiquattro di Maria ausiliatrice”
“E Santa Assunta?”
“No, con lei non si vince”
Qui si cammina piano, ci si meraviglia, non si smette di ascoltare e in certi momenti si è immensamente felici.