“Allora forza, tutti qui in sala che cominciamo!”
“Mother, ti prego, no”
“Zitto e seduto”
“Mami mami arrivo che bello mi piace tanto quando lo facciamo”
“Bene, meno male che qualcun altro oltre a me è contento. Ma tua sorella?”
“Eccomi, ero in bagno”
“Col cellulare immagino, visti i tempi di permanenza. Comunque appoggialo lì sul camino”
“Mother, ti prego”
“Eccoci tutti qui insieme. Come ben sapete, domani comincia la scuola”
“Aaarghhhhh!!!”
“Che succede? Stai male?”
“No, è la fitta di dolore che mi attraversa ogni volta che lo sento, mother”
“Su su, basta scene. Che poi per te è il secondo anno di liceo, sarà più semplice ora che sai come funziona”
“È proprio per questo, certo che lo so, bisogna studiare! Ah, che sofferenza”
“Mami mami io sono felice perché torna la mia maestra S, che fa gli anni il mio stesso giorno e ha paura dei cani, anche se io non ho più paura perché sono passati due anni da quando è andata via”
“Sentire lei felice fa ancora più male”
“Ma smettila, quante storie. Comunque siamo qui per dirci che sì, inizia la scuola, è un anno importante e merita il massimo dell’impegno da subito. È inutile lamentarsi perché l’inizio della scuola è ineluttabile, come la morte e il fatto che bisogna alzarsi presto, molto presto. A questo proposito, patti chiari amicizia lunga: non voglio che le mie mattine si trasformino in una partita a nascondino tra uno sotto le coperte, l’altra in bagno e la terza chissà dove. Quando vi chiamo, in piedi”
“Tranquilla mamma, io ho la sveglia”
“Oh, bene così. E cosa fai quando suona la sveglia?”
“La spengo e mi rigiro, tanto arrivi tu”
“Ecco, a posto”
“Io prometto che mi alzerò senza storie, mami. Sono così contenta di rivedere la maestra e che inizi la scuola”
“Aaarghhhh!!! Basta, fatela smettere”
La consueta riunione di famiglia per l’inizio dell’anno accademico si è svolta senza intoppi e con risultati performanti.
A parte il primogenito riverso sul divano rosso della sala, siamo ottimisti.
Forse.