Fonti che preferiscono restare anonime riferiscono che gode di buona salute e si sta divertendo come mai prima d’ora.
Le comunicazioni sono difficoltose, nonostante per la prima volta sia stato autorizzato a portare con sé il cellulare, che evidentemente serve per pubblicare storie su Instagram e non per whatsappare con la famiglia rimasta a casa.
Lo scambio di battute on line non ha superato le due sillabe- da parte sua- eccezion fatta per la frase “mother, ho bisogno della ricarica così ho trenta giga in regalo”
Leggenda racconta che i venti adolescenti dispersi in Valfurva ridano molto, camminino incessantemente, facciano grigliate come non ci fosse un domani. Immagini di repertorio li mostrano mentre corrono in fila indiana tra le tende, all’una e mezza di notte, praticamente il Full metal jacket dei campeggi.
Nell’unica telefonata ricevuta, forse partita per errore, il primogenito ha chiesto dove fosse il sacco letto, come se il potere materno di trovare oggetti smarriti avesse il dono dell’ubiquità.
La sensazione è che il figliolo non abbia alcuna fretta di tornare alla casalinga quotidianità, e preferisca scarpinare per i sentieri di montagna con gli amici piuttosto che trasportare una cassa d’acqua su per le scale a casa.
Tuttavia panta rei, tutto scorre e inevitabilmente finisce, così ci prepariamo domani a riaccogliere il figlio maggiore, la quota azzurra della famiglia, quello con gli occhi verdi e il ciuffo ribelle.
Buon rientro, ragazzo grande.