Sarà il sangue in parte piemontese che mi scorre nelle vene, sarà che perdersi nelle Langhe ha un effetto di pace pressoché istantaneo, sarà che per sfuggire al caldo ci saremmo imbarcate pure su un cargo diretto in Groenlandia.
Sarà che la Reggia è un pezzo di storia recuperato con tanta cura e bellezza che viene facile immaginarsi con parrucca e andrienne a passeggiare per quei giardini che, racconta una signora sottovoce, avrebbero copiato anche i francesi a Versailles.
Sarà che su una casa sull’albero non ci eravamo mai salite, figuriamoci dormito. Sarà che dalla finestra, tra un ramo e uno scoiattolo, si aprono vigneti e colline a perdita d’occhio.
Sarà che ci sono altalene a ogni albero e la piscina nel prato, che ci siamo solo noi anche se facciamo baccano per quindici.
Sarà che la leggenda dice che il bosco sia abitato dalle Masche, creature femminili dai poteri sovrannaturali e la piccola dice che allora siamo nel posto giusto.
Sarà che la gatta trovatella che ci abita da quasi vent’anni si chiama Cosetta, come nei Miserabili.
Sarà che la cena nel giardino di un ristorante, sotto un enorme ciliegio dove assaggiare tajarin e bunet mette di buon umore.
Sarà che stare solo tra femmine è insolito e magico, regala battibecchi, confidenze e allegria, ma soprattutto pettegolezzi sulla piccante vita sentimentale del primogenito.