Sei stata eletta Miss Yamamay, non per il bikini ma per l’accanimento nei tornei di pallavolo.
Hai letto metà del libro che ti avevo dato, che per i tuoi standard di lettura è qualcosa di eccezionale.
Hai sostituito i braccialetti presi in ogni porto della crociera con cordini, cordicelle, cerchi di plastica colorata e le tue braccia ora nascondono la dermatite sotto un arcobaleno.
Hai camminato tanto, e tanto ancora, con lo zaino, sotto la pioggia, sopra un ghiacciaio senza mai lamentarti, tanto da farmi chiedere cosa ti sciogliessero nel latte il mattino.
Ti sei presa cura di te e anche un po’ degli altri.
Sei stata senza cellulare per undici giorni, il campeggio è meglio di un rehab.
Sei tornata con qualche etto in meno e alcuni chili di adolescenza in più.
Sei arrivata e ti lavi la tazza, metti a posto i vestiti, fai la doccia senza che nessuno te lo imponga. Da oggi mi voto a Santa Caterina (Valfurva) protettrice di madri con figlie femmine disordinate.
Non ti siamo mancati e lo dici quasi sottovoce, invece voglio che lo gridi perché è così che deve essere: stare bene lontani ed essere felici di riabbracciarsi.
Bentornata a casa, mezzana del mio cuore.